Il campionato maschile di calcio di serie A è andato in archivio per quasi due mesi, fra poco inizieranno i Mondiali, organizzati in Qatar. Per la prima volta nella storia si giocheranno in autunno inoltrato: esordio il 20 novembre e finale il 18 dicembre.
Sostanzialmente la stagione regolare subirà una brusca e inedita interruzione per permettere la disputa dei Mondiali. Oltre alla delicata gestione del fisico e della preparazione, in un momento che si colloca a metà stagione, è importante anche la gestione degli aspetti mentali, sia per i giocatori che vanno al Mondiale sia per quelli che rimangono ad allenarsi con i rispettivi club di appartenenza.
Vediamo quali sono questi fattori psicologici.
La gestione della motivazione è il primo tema importante. La motivazione non è come un interruttore della luce che si accende, si spegne e si sposta da un evento all’altro con un semplice click. I momenti critici, per chi è convocato in Qatar, quindi, sono sicuramente il passaggio motivazionale dalle competizioni dei club, all’obiettivo del Mondiale, e poi il ritorno, un’altra volta, agli obiettivi del club di appartenenza, gestendo le scorie derivate dall’andamento della competizione internazionale. Per chi non è convocato al Mondiale, invece, occorre ridurre la motivazione per un periodo di riposo, per poi tornare ad aumentarla nel momento della ripresa delle attività .
Una seconda abilità mentale da gestire nel migliore dei modi, strettamente legata alla motivazione, è la concentrazione. La presenza di un necessario momento di riposo, l’interruzione delle competizioni ufficiali per alcuni e il cambio di competizione per altri, la ripresa degli allenamenti a ranghi ridotti, sono tutti fattori che possono portare a una forte riduzione della componente di concentrazione.
Da un punto di vista relazionale, poi, è complicato l’adattamento ambientale al gruppo della nazionale, con cui si vivono periodi più brevi e meno frequenti durante l’anno. Inoltre, essendo il Mondiale collocato a metà stagione, il periodo di ritiro e preparazione è ridotto a una sola settimana scarsa, considerando anche il trasferimento in Qatar. Anche l’adattamento al clima, all’ambiente, agli orari delle partite e al fuso orario della nazione ospitante sono degli elementi sociali a cui prestare particolare attenzione.
Un aspetto che è stato sottolineato e criticato è l’atteggiamento dei giocatori convocati o convocabili per il Mondiale nelle settimane immediatamente precedenti. In alcuni casi sono sembrati trasparire una maggiore prudenza nel recupero dagli infortuni e un minore coinvolgimento fisico per evitare gli infortuni stessi. La ‘paura di farsi male’ è stata un po’ il fantasma che aleggiava negli spogliatoi e sui campi per i giocatori che temevano di vedersi infrangere il sogno di rappresentare la propria nazionale.
È chiaro, quindi, che il compito di allenatori e preparatori è fondamentale nell’organizzazione delle settimane di pausa da un punto di vista fisico e tecnico-tattico. Però, in una situazione così anomala, risulta fondamentale anche il contributo di specialisti dell’aspetto psicologico, per poter gestire al meglio la sosta e preparare la ripresa.
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